S. e S. sono una coppia di giovani studenti francesi, allegri ed entusiasti dell’Italia.
Quando arrivano sono subito colpita dalla fisionomia della ragazza, che ha un qualcosa di orientale. Ci racconta che sua mamma è originaria del Vietnam, anche se si è trasferita in Francia da ragazzina.
Ospitiamo S. e S. per due notti: la prima sera mangiamo una tipica cena italiana, mentre la seconda i nostri ospiti si offrono di prepararcene una tipicamente francese, e siamo proprio curiosi di gustare qualcosa di nuovo! Andiamo insieme a fare la spesa, io e la mia bimba Bianca da una parte, loro da un’altra. Noi dovevamo comprare solo il pane e qualche cosina per la casa ma, arrivati al reparto panetteria, Bianca vede in vetrina i cannoli siciliani e li vuole comprare. Perchè no? Un dessert siciliano in fondo a una cena francese mica la sciuperà! Ma quando ritroviamo i nostri ospiti alla cassa, ci comunicano che faranno una torta al cioccolato. E allora faremo il sacrificio di mangiare due dessert!
Tornati a casa, lasciamo S. e S. tranquilli in cucina a tagliuzzare verdure, mentre poco a poco si fa strada per tutta la casa un delizioso mix di profumi interessanti. E finalmente si cena! Una deliziosa e delicatissima zuppa di zucca, cannella, noce moscata, più un goccio di latte a freddo (di soia nel nostro caso, perchè non utilizziamo quello di mucca). Poi una ricca torta salata dal sapore intenso, ripiena di porri, yogurt, noce moscata e mozzarella (avrebbe dovuto essere emmenthal ma non erano riusciti a trovarlo al supermercato), per finire con una torta al cioccolato che è quasi cioccolato fondente puro con burro, e probabilmente una spolverata appena di farina, a giudicare da come la forchetta affonda nella parte esterna piuttosto solida, per poi immergersi in un cuore di cioccolato cremoso e caldo. Quante calorie? Meglio non saperlo, e meglio non chiedere neanche la ricetta per non cadere in tentazione!
Per non farsi mancare nulla, a seguire abbiamo i cannoli siciliani, che ovviamente sono solo una copia appena sufficiente di quelli originali, ma siamo in Toscana e ci dobbiamo accontentare. Per i nostri ospiti sono comunque favolosi e S., che era stata in Sicilia non molto tempo fa, si rammarica di non averli assaggiati nella loro terra di origine, perchè non li conosceva e soprattutto non li aveva visti in giro. Il mio compagno Bruno, da bravo semi-siculo, spiega che le pasticcerie della Sicilia degne di questo nome non hanno mai i cannoli già pronti in vetrina, sacrilegio! Si ammollerebbe l’impasto del cannolo perdendo tutta la dovuta croccantezza! Il cannolo si prepara espresso, nel retrobottega. L’unica cosa che si può trovare in vetrina è un cartello con scritto sopra “Si preparano cannoli”, ma se sei francese non lo vedi o non ci fai troppo caso.
Tra un assaggio e l’altro di questa particolare cena, parliamo del Vietnam. S. ci racconta che lo ha girato per sei mesi da sola, per ritrovare un po’ le sue radici. E lo ha trovato meraviglioso. La lingua non è troppo difficile, e si è favoriti dal fatto che utilizzino il nostro stesso alfabeto. Ci sono tantissime parole per parlare di cibo, perchè i vietnamiti parlano moltissimo di cibo a quanto pare. Inoltre hanno un modo di parlare totalmente differente quando si rivolgono a persone con cui sono in confidenza rispetto a quelle con le quali devono usare un linguaggio di cortesia.
Bruno parla poi di meditazione, e S. è molto interessata. Ci racconta che suo padre lavora con la medicina tradizionale cinese e la digitopressione, e che lei e sua madre praticano yoga da molti anni e vorrebbero fare una vacanza che sia anche un po’ un ritiro di meditazione. Bruno le racconta che proprio in Francia ci sono due grandi monasteri buddhisti, di cui uno vicino Bordeaux, Plum Village, che è proprio stato creato da un Maestro del Buddhismo Zen, Tich Nhat Hahn, originario per l’appunto del Vietnam e conosciuto in tutto il mondo. L’altro è invece è un monastero di Buddhismo Tibetano, Nalanda Monastery, vicino Tolosa, fondato anch’esso da importantissimi e noti Maestri come Lama Zopa Rinpoche e Lama Yeshe. S. ne è contentissima, non sapeva che un suo conterraneo avesse realizzato un così grande progetto proprio vicino a casa sua!
Vi chiederete: ma parlava solo la ragazza? E il ragazzo che faceva? Bè, si, lui parlava un po’ meno, ma in compenso giocava tantissimo con Bianca, a pallone, a costruzioni, puzzle, disegni, tutto quello che trovavano in giro per la casa. E dai tanti sguardi e sorrisi che si sono scambiati direi proprio che è nata una grande amicizia.
Cosa cambierò nella mia vita ispirandomi a S. e S.
Sicuramente voglio leggere qualcosa sul Vietnam, e ho individuato un romanzo che mi attira: “Pensieri sotto il cappello risalendo il Vietnam in treno“, di Guendalina Sibona.
Ma mi è anche venuta la voglia di tornare a fare un ritiro di meditazione. Poco lontano da qui, precisamente a Pomaia (PI) c’è uno dei più grandi centri di Buddhismo tibetano d’Italia, l’Istituto Lama Tzong Khapa, fondato dagli stessi Maestri che hanno creato la sede francese. In effetti loro hanno portato il Buddhismo tibetano in Europa.
E come non parlare del Maestro Machig Rinpoche? E’ un Maestro del filone buddhista Dzog Chen che conosciamo bene da alcuni anni, Bianca ha ricevuto le sue benedizioni fin da quando era nella mia pancia. Anche lui guida ritiri di meditazione, in primavera vicino Firenze, in autunno vicino San Vincenzo (LI).
Con tutte queste opportunità intorno a me non c’è che l’imbarazzo della scelta!
Settembre 2019 – dopo quasi un anno dal mio proposito, finalmente mi sono concessa tre giorni di ritiro individuale presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, dove a cifre davvero accessibili ho affittato una casetta di legno in pensione completa. Il programma del mio ritiro è stato creato dal Maestro Machig Rinpoche, e prevedeva mantra, meditazioni e stupa kora.
Anche il libro “Pensieri sotto il cappello risalendo il Vietnam in treno” ha trovato il suo spazio. E’ un diario di viaggio, semplice, che dà spazio non tanto al mondo interiore dell’autrice, quanto a ciò che vede e incontra, un pò come se raccontasse fotografie. E infatti l’autrice nasce come fotografa, e tante foto interessanti accompagnano il testo concretizzando l’immaginazione. Nel libro c’è anche un cd audio con musiche vietnamite dai suoni inconfondibilmente asiatici.
Wow! Quante buone cose! Transeat per la ricetta della torta ma quella della zuppa di zucca mi sarebbe piaciuta😁 Il Vietnam è una delle mie prossime mete insieme a Laos e Cambogia, non vedo l’ora di avere tra i miei “surfisti del divano” qualcuno di questi paesi…per ora mi accontento di leggere i tuoi resoconti, sempre precisi e coinvolgenti (ti assicuro che per un momento ho sentito anch’io il profumo del cibo che aleggiava a casa tua)… Attendo il prossimo racconto! Ciao Cri! 🎈🎈🎈
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