
C. ha 46 anni, arriva da Milano ma è originario di Verona.
Ci contatta perchè l’anno scorso ha deciso di percorrere in bicicletta la tratta Milano-Livorno, e quest’anno vuole proseguire, portando la sua bicicletta in treno fino a Livorno per poi pedalare fino a Roma, chiedendo ospitalità strada facendo.
Noi siamo entusiasti di ospitarlo, abbiamo grande ammirazione per gli sportivi e ci piacciono questi progetti che sono un po’ anche una prova verso se stessi, uno stimolo a farcela!
Io già immagino una persona organizzatissima, con tuta da ciclista appariscente, bicicletta super tecnica che costa più della mia macchina, capacità di salire su per l’Abetone come se niente fosse e affrontare di petto gli sdrucciolevoli sentieri sterrati. I ciclisti sono così, no?
No. Anche no. C. arriva in pantaloncini e maglietta per niente appariscenti e con una vecchia bicicletta anni 70, uguale uguale a quella di mio nonno, che qualche anno fa abbiamo dato via in cambio di una più moderna, perchè tanto “Dove possiamo andare con una bicicletta così?”. Allegro e socievole, chiacchieriamo un sacco facendo un piccolo aperitivo in giardino, mentre nostra figlia Bianca si mette subito a preparare per lui vari disegni e una busta da lettere brillantinosa per metterli dentro e consegnarglieli.
Tra un tarallino e un’arachide, C. smonta rapidamente un altro stereotipo: altro che Abetone, lui non va per le salite, non va affatto per gli sterrati, solo pianura asfaltata o poco più. E, con una semplicità sconcertante, ci dice che è stato facile fare Milano-Livorno, dopotutto le strade statali secondarie si sa, sono pressochè pianeggianti. Già, si sa. E chi ci aveva mai pensato? In effetti non fa una piega. Sono spiazzata e felice di esserlo, adoro quando gli stereotipi vengono smontati!
Il giorno dopo, contento e leggero, C. riparte alla volta di Roma, mentre Bianca gli dice che non doveva stare con noi solo un giorno, ma mille giorni! Buon viaggio C.!
Cosa cambierò nella mia vita ispirandomi a C.
Bè, questa è proprio facile: d’ora in poi non considererò più troppo difficili o impegnative le lunghe pedalate, volere è potere e, come in questo caso, il “potere” è più accessibile di quello che la mente pensa con le proprie aspettative. Dunque prossimo obiettivo: una giornata in bicicletta con pic nic, compagno e figlioletta al seguito!