P. e M. sono una coppia di studenti, carini, affiatati, inizialmente un po’ riservati. Sembrano quasi sorpresi dall’accoglienza, nonostante fosse tutto già concordato.
Ci danno una piantina di rose rosse e poi ceniamo insieme. Dalle loro espressioni è evidente che stanno apprezzando incredibilmente il cibo, e lo commentano tra loro in tedesco, però senza dire nulla a noi. Ma quando assaggiano le olive verdi aromatizzate che avevo portato tempo fa dalla Calabria, allora cedono. Colpiti da quel sapore così particolare, iniziano una discussione sul tema delle olive che dura una mezz’ora abbondante. Ci raccontano che da loro nei negozi si trovano olive che hanno tutte lo stesso sapore e colore, in più contengono coloranti, soprattutto quelle nere. Infatti preferiscono le olive verdi, dicono. Allora tiro fuori le olive nere in salamoia che abbiamo provato a fare per la prima volta io e Bruno l’hanno scorso, usando una ricetta trovata su internet. Quando le assaggiano non sanno più se preferiscono le olive verdi o quelle nere.
Il giorno dopo li vediamo poco, perchè passano l’intera giornata tra la spiaggia di Baratti e il borgo di Populonia, e la sera tornano con una bottiglia di vino bianco. Ceniamo parlando di vino, di formaggi e di che infinita varietà ci sia di entrambi e scopriamo che in Germania, nei supermercati, si trova il vino in polvere, da campeggio!
Poi P. ci racconta che studia lingua e cultura araba e persiana e che per questo motivo ha viaggiato molto nei luoghi in cui si parlano queste lingue. Ci spiega che nei paesi in cui si parla persiano (Iran, Afghanistan, Tagikistan, Uzbekistan) si infastidiscono molto quando vengono considerati in modo generico “Arabi” dagli Occidentali, cosa che accade molto frequentemente. I paesi persiani hanno infatti radici completamente diverse da quelli arabi, pur condividendo la religione musulmana.
P. è stata in Iran per diversi mesi, facendosi ospitare da varie famiglie tramite Couchsurfing (che lì è usatissimo, cosa che non avrei mai immaginato!), e ha trovato una gentilezza e un’accoglienza sorprendenti, come mai le era capitato in nessun altro paese (e ne ha visitati parecchi!). Così ha compreso che le nostre idee su questi luoghi, che in Europa nascono soprattutto da quello che ci viene trasmesso attraverso i telegiornali, non hanno assolutamente niente a che fare con la realtà quotidiana impregnata di umanità che lei ha riscontrato nella vita reale. Sono molto affascinata da queste sue esperienze!
La mattina dopo P. e M. partono per Firenze e ci dicono che ora abbiamo tre case in Germania: la loro, quella dei genitori di lei e quella dei genitori di lui.
Cosa cambierò nella mia vita ispirandomi a P. e M.
Ho deciso di leggere un libro scritto e ambientato in Iran. Ho scelto “Leggere Lolita a Teheran”, di Azar Nafisi, l’ho preso in prestito alla biblioteca di Piombino e l’ho già letto, tutto d’un fiato! Mi ha enormemente appassionata!
L’autrice, un’insegnante universitaria iraniana di letteratura inglese, è riuscita a farmi toccare con mano la Teheran del periodo della rivoluzione musulmana degli anni 1979/80 e degli anni successivi, facendomi immergere nella realtà di vita quotidiana delle famiglie iraniane, con particolari dettagli riguardo la vita delle donne e l’ambiente universitario.
I protagonisti, nonché fili conduttori di tutto il libro, sono alcuni romanzi classici della letteratura inglese e il modo in cui l’autrice ha cercato, con grande inventiva e coraggio, di insegnarli nonostante le restrizioni e le censure.
Questo mi ha fatto decidere di rileggere tanti romanzi classici inglesi che avevo letto da ragazzina, che ricordo in modo un po’ vago, ma che rispolvererò presto dalla libreria: Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, Madame Bovary di Gustave Flaubert, Jane Eyre di Charlotte Brontë, L’amante di Lady Chatterley di Herbert Lawrence, Cime tempestose di Emily Brontë, Gita al faro di Virgina Woolf, ecc. ecc.
La cultura persiana è molto vasta, conoscere persone di quelle terre è sempre un’esperienza interessante. Cosa penso? Provare a sperare che esista un’umanità migliore
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Ciao Maria Grazia, condivido pienamente!
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