
Barbara Cassioli, la prima ospite di cui posso scrivere il nome in chiaro, poiché la sua storia è un viaggio, che è anche blog e anche un dono.
Un viaggio che parte da Bologna, la sua città di origine, e arriva fino a Lampedusa, senza soldi in tasca, letteralmente zero soldi in tasca, con una sfida che allo stesso tempo è una missione:
scoprire la bellezza della gente, la bellezza del dare fiducia e affidarsi, tappa dopo tappa, alla faccia di una società che investe sulla paura, sull’incertezza, sul senso di inadeguatezza, sulla diffidenza verso il prossimo.
Abbiamo ospitato Barbara che era solo all’inizio del suo lungo percorso, e abbiamo continuato a seguirla passo dopo passo. E’ stato come osservare il bocciolo di un bellissimo fiore che si espande sempre di più, si apre mostrando la sua di bellezza, fatta di tanti colori e sfaccettature che non potevano essere colte nei soli due giorni trascorsi insieme.
In quei due giorni di aprile abbiamo scoperto che Barbara ha lavorato nel sociale, in particolare con gli immigrati, entrando in un mondo fatto di dinamiche spesso ostili, talvolta disumane. E se l’invito alla diffidenza che ci viene dall’alto è vero in generale, a maggior ragione lo è quando si parla di stranieri.
Un’altra passione di Barbara è la sartoria: cerca scampoli di tessuti di qualità, li mescola, li rielabora ed ecco che nascono i suoi lavori.
Ma la cosa che mi ha colpita di più di lei è stato proprio questo suo particolare momento di apertura a tutto, con in testa questo viaggio e nient’altro, e dopo c’è solo un punto interrogativo, perchè Barbara non sa dove vorrà vivere né cosa vorrà fare dopo Lampedusa. Infatti si è licenziata, e ha letteralmente messo tutto nelle mani dell’Universo.
Questo viaggio era nel suo cuore da anni, come un piccolo seme che se ne sta lì al caldo nella terra, in attesa del giusto sole, della giusta temperatura, della perfetta umidità per germogliare. E poi tutto insieme le condizioni sono arrivate, in modo così evidente che non era possibile per lei ignorarle, nonostante i mille dubbi e timori.
Lo slancio per la partenza è arrivato con le nuove politiche verso gli immigrati, che hanno fatto nascere in Barbara un’ulteriore motivazione: sostenere la fiducia nel prossimo non solo col suo viaggio simbolico, ma anche un segnale economico: per ogni passaggio, pasto e alloggio che riceverà metterà da parte una moneta virtuale, che poi verserà dal suo conto a Mediterranea, una piattaforma di realtà della società civile che collaborano per testimoniare e denunciare cosa sta accadendo nel Mediterraneo centrale dopo che le Ong sono state costrette ad abbandonarlo.
Qualche ricordo divertente del tempo trascorso insieme: abbiamo guardato il cartone Oceania, che parla proprio di una ragazza che sente fin da piccola una profonda spinta a partire da sola con una barca, finchè arriva il momento di lanciarsi in questa avventura e di prendere in mano la propria vita. Cartone più azzeccato non poteva esserci, una bella emozione per tutti! E poi Barbara che gioca con la piccola Bianca…hanno giocato ovunque, in camerina, sul lettone, sul divano, sul tappeto, e parlavano e parlavano, avevano proprio tante cose da raccontarsi a vicenda, guardarle era uno spettacolo!
E ora vi invito a tuffarvi nel blog di Barbara, Viaggiare a Piedi Scalzi, per conoscere il suo bellissimo viaggio, interiore ed esteriore!
Cosa cambierò nella mia vita ispirandomi a Barbara
Ho provato a leggere i siti web delle ong che operano nel Meditarraneo perchè desideravo approfondire le mie conoscenze a riguardo. Devo dire che non essendo del settore è difficile per me districarmi, capire le differenze tra l’una e l’altra, capire soprattutto perchè Barbara ha scelto proprio Mediterranea per le sue donazioni. Cosa voglio fare allora? Chiederlo a lei! Sarà un’occasione per risentirsi e per imparare qualcosa di più su questo tema. Vi terrò aggiornati!